L’Ambasciatore Riccardo Guariglia con e per gli italiani
Intervista di Paola Pacifici
Il Diplomatico è Capo Missione in Spagna ed Andorra
Ambasciatore Guariglia, da pochi mesi Capo Missione italiano in Spagna con accreditamento secondario ad Andorra. Come si trova?
Devo riconoscere che mi trovo molto bene e sono entusiasta di poter vivere a Madrid. Fin da subito mi sono sentito come a casa, e così il resto della famiglia, nonostante il periodo a dir poco complesso che stiamo vivendo tutti, in Spagna come in Italia.
Certamente si stanno vivendo giorni difficili per la sanità e per l’economia. Italia e Spagna li hanno affrontati e li stanno affrontando uniti nelle misure che stanno adottando?
È proprio così. Tra le cose che la pandemia ci ha insegnato c’è proprio l’importanza di lavorare assieme. In questo senso, il Vertice intergovernativo svoltosi a Palma di Maiorca lo scorso 25 novembre – con la presenza dei 2 Presidenti di Governo e 20 Ministri italiani e spagnoli – ha rappresentato una significativa conferma della forte sintonia tra Roma e Madrid sulle principali sfide del nostro tempo, a cominciare dalla lotta al Covid-19. Il lavoro congiunto dei nostri due Paesi è stato determinante, tra l’altro, per gli importanti risultati raggiunti a livello europeo, a partire dall’accordo sul “Next Generation EU”. E determinante potrà esserlo, in futuro, in numerosi altri settori prioritari per Italia e Spagna.
L’Ambasciata si è messa a disposizione degli italiani che vivono in Spagna. In che modo?
L’aspetto più visibile dell’attività di assistenza ai connazionali è stato il dispositivo messo in piedi nella prima fase dell’emergenza, in coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina, per permettere il rientro dalla Spagna di migliaia di connazionali non stabilmente qui residenti, stante la sospensione dei voli tra i due Paesi che è durata più di tre mesi. Fino all’inizio dell’estate 2020 sono stati attivati 70 voli speciali (di cui la metà dalle Isole Canarie e l’altra metà dagli aeroporti di Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia e Malaga) di cui hanno beneficiato quasi 11mila connazionali, a cui aggiungere gli oltre 6mila che hanno fatto rientro in Italia con i traghetti da Barcellona, alcuni dei quali appositamente predisposti. Oltre al fronte rientri, abbiamo continuato ad assistere i connazionali più vulnerabili attraverso le nostre sedi di Madrid e Barcellona e la rete consolare onoraria, anche attraverso l’erogazione di sussidi straordinari. Abbiamo poi lavorato ininterrottamente con le Autorità spagnole per far sì che non vi fossero discriminazioni nelle restrizioni adottate, a più livelli, nel corso dell’ultimo anno. Particolarmente impegnativa è stata l’attività sul fronte della comunicazione: per fornire qualche numero, si consideri che le pagine dedicate alle indicazioni delle Autorità italiane e spagnole in relazione all’evoluzione della pandemia e alla situazione della mobilità tra i due Paesi, costantemente aggiornate sui siti internet dell’Ambasciata e della Cancelleria consolare, hanno totalizzato alla fine del 2020 più di 3,5 milioni di accessi.
Anche Andorra fa parte dell’Ambasciata Italiana. Quanti italiani ci vivono e a che cosa si dedicano?
Corretto. Da Madrid seguiamo anche i rapporti con Andorra, e lo facciamo sia lavorando a distanza con le controparti del Principato sia attraverso missioni in loco. Io stesso mi sono già recato due volte ad Andorra: intendo infatti sviluppare quanto più possibile il rapporto bilaterale. Nel Principato ci avvaliamo del prezioso lavoro di un Console Onorario, Alberto Rossi, che dipende formalmente dal Consolato Generale a Barcellona. Quanti sono gli italiani e cosa fanno? Secondo i dati al 31 dicembre 2020, abbiamo lì 643 connazionali residenti, a cui aggiungere quelli che per diverse ragioni non sono iscritti all’AIRE. La maggior parte è impiegata nei servizi, sia turistici che finanziari, che sono poi il motore economico del Principato.
Attualmente quanti sono gli italiani che risiedono in Spagna, in che regione c’è il maggior numero e che tipologia hanno i nostri concittadini?
Secondo i dati 2020 dell’anagrafe consolare, i residenti italiani in Spagna sono circa 225mila, in aumento di circa il 10% rispetto al 2019. Se guardiamo invece ai dati spagnoli, parliamo di circa 340mila “empadronados”, anche in questo caso in aumento di circa il 10% rispetto al 2019. Lo scarto tra i dati in nostro possesso e quelli del Ministero dell’Interno spagnolo è in parte dovuto alla mancata regolarizzazione della posizione anagrafica da parte di alcuni nostri connazionali e in parte alla mobilità interna all’Unione europea: chi è iscritto presso i registri spagnoli non necessariamente risiede stabilmente in Spagna ma, non raramente, vive e lavora tra i nostri due Paesi. I trend coincidenti ci confermano, comunque, che siamo la collettività europea che più è cresciuta nell’ultimo anno, nonostante la pandemia. E, mi piace ricordarlo, si tratta di una comunità articolata e ben integrata, concentrata in alcune Regioni specifiche (Catalogna, Madrid, Canarie, Baleari, Andalusia e Comunidad Valenciana, in quest’ordine), con un’età media di 40 anni e in cui sono in progressivo aumento gli italiani di seconda generazione (figli cioè di italiani nati in Spagna). Sono diverse migliaia, poi, gli italiani che transitano per la Spagna e che non rientrano nei numeri citati sopra: basti pensare ai tantissimi turisti italiani che scelgono la Spagna per trascorrere periodi di vacanza, o al foltissimo gruppo di studenti Erasmus provenienti dall’Italia: gli italiani in Spagna, nel loro complesso, sono dunque davvero molto numerosi e – mi piace dirlo – rappresentano un patrimonio umano di assoluta eccellenza, di cui tutti dobbiamo essere fieri.
Si è aperto un nuovo consolato, quello di Arona di Tenerife?
Esatto, poco prima di Natale è stato attivato lo sportello consolare di Arona, dipendente dall’Ambasciata a Madrid, e che in un successivo momento acquisirà lo status di Agenzia consolare. Proprio in questi giorni è arrivata a Tenerife la funzionaria amministrativa che avvierà l’erogazione dei servizi, in collaborazione con due dipendenti assunti localmente. Nel rispetto delle misure di contenimento del coronavirus, contiamo di poter fare nelle prossime settimane un’inaugurazione vera e propria, assieme al Sottosegretario Ricardo Merlo che ha dato impulso all’istituzione dello sportello. Abbiamo dedicato molte energie a questo progetto, su spinta della crescente comunità italiana residente alle Canarie. Secondo gli ultimi dati spagnoli disponibili, sono oltre 60mila i connazionali stabiliti nell’arcipelago atlantico, di cui 34mila iscritti AIRE.
Ambasciatore, fra le sue tante attività ha visitato la Scuola Statale Italiana di Madrid. Una scuola che è un vanto per noi e conosciuta benissimo dagli spagnoli per l’alta qualità dei docenti e dell’insegnamento. Infatti sono molti gli spagnoli, anche famosi e politici, che l’hanno frequentata.
È proprio così. La Scuola Italiana di Madrid rappresenta un asset fondamentale delle relazioni bilaterali tra Italia e Spagna, uno splendido tricolore che sventola nel centro della capitale della Spagna, con i suoi 750 allievi distribuiti tra primaria, secondaria di I grado e liceo a carattere quadriennale. Dal 1940, anno della sua fondazione, è stato un centro fondamentale di propagazione di cultura libera e democratica in Spagna. Nell’accordo culturale del 1955, i due Paesi hanno segnalato l’importanza dello studio della lingua e cultura dell’altra parte nei rispettivi sistemi scolastici e universitari, riconoscendo l’importante ruolo svolto dalle scuole italiane in Spagna e spagnole in Italia. Da ultimo, nella Dichiarazione finale del Vertice di Palma di Maiorca, i due Paesi hanno ribadito il proprio impegno per favorirne il funzionamento e l’attività. Che si tratti di un centro di eccellenza l’ho constatato in prima persona in occasione della visita realizzata poco prima delle festività natalizie. Col supporto del Dirigente Massimo Bonelli, ho intavolato con gli studenti un dibattito spontaneo e genuino, diverso a seconda delle età, incentrato su un ampio spettro di argomenti: dall’attualità internazionale alle relazioni Italia-Spagna passando per gli aspetti pratici della vita diplomatica. La curiosità e la vivacità culturale dei ragazzi mi ha colpito davvero molto positivamente e intendo tornare a visitare la Scuola con periodicità, anche per fare sentire agli studenti, al corpo docente e a tutto il personale che vi lavora la vicinanza dell’Ambasciata!
Recentemente ha fatto visita alla “Fregata Martinengo” della Marina Militare di ritorno dalla “Missione Antipirateria”. Una missione molto importante per la difesa degli interessi italiani?
Sì, la sosta a Rota della Fregata “Martinengo”, una delle navi più belle e moderne della Marina Militare Italiana, è stata l’occasione per esprimere a tutto l’equipaggio l’orgoglio dell’Italia per gli eccellenti risultati conseguiti nel corso dell’attività antipirateria, durata quasi tre mesi, in un’area strategica – quella del Golfo di Guinea – per le linee di traffico marittimo di interesse nazionale ed internazionale. Ho anche avuto modo, unitamente al nostro Addetto alla Difesa, Capitano di Vascello Simone Malvagna, di fare il punto della situazione sullo stato della collaborazione tra le Marine di Italia e Spagna con le controparti spagnole che ho potuto incontrare nella base. Anche questo è stato un modo per promuovere le relazioni italo-spagnole, ma soprattutto per apprezzare pubblicamente il lavoro di “diplomazia navale” egregiamente svolto dalla nostra Marina Militare. Mi auguro perciò che nel corso del mio mandato possano essere numerose le unità della nostra Marina a fare soste in porti spagnoli, continentali e insulari: quando potrò, le andò sempre a visitare molto volentieri!
I rapporti con il Governo spagnolo e le istituzioni. Quali i programmi congiunti dei due Paesi?
Il Vertice di Palma di Maiorca ha certificato il consolidamento delle relazioni Italia-Spagna fornendovi al tempo stesso un impulso ad ampio spettro, di natura decisamente strategica. La tabella di marcia è contenuta nella Dichiarazione congiunta adottata al termine dell’incontro, in cui si definiscono obiettivi e priorità a tutto campo: non solo nella lotta al virus, ma anche nel rilancio economico, transizione ecologica e digitale, sfida demografica e divari territoriali, cooperazione commerciale e industriale, turismo, trasporti, lavoro e diritti sociali, ricerca scientifica, sicurezza e difesa, agricoltura e pesca, cultura, azione estera e Agenda 2030. D’ora in avanti, i nostri due Paesi saranno impegnati a dare un seguito concreto alle iniziative concordate anche attraverso costanti consultazioni politiche ad alto livello in ogni ambito: a questo riguardo, i Ministri degli Esteri hanno firmato un apposito Protocollo d’intesa. Come ribadito anche dai due Capi di Governo, Italia e Spagna, con un quarto della popolazione europea, possono rappresentare congiuntamente una vera forza. Insieme i nostri Paesi possono e devono costruire molto di più nell’interesse non solo delle popolazioni e delle economie italiane e spagnole, ma anche dell’Europa intera.
E i programmi futuri della “sua” Ambasciata Italiana?
Vorrei subito precisare che l’Ambasciata, come la concepisco io, non è “mia” ma di tutti gli italiani! Vorrei che sia percepita sempre più come una casa trasparente, al servizio dell’Italia e di tutti i nostri concittadini. Il programma principale che mi sono prefissato consiste nel rafforzare ancor di più i rapporti bilaterali, che già sono molto intensi, in tutti gli ambiti possibili. Da questo punto di vista, l’Ambasciata vuole essere il catalizzatore degli straordinari vincoli tra Italia e Spagna e accompagnatrice del dialogo politico, soprattutto in chiave europea. In considerazione del momento che stiamo attraversando, la nostra opera comprende anche il facilitare il più possibile la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche italiana e spagnola per sostenere il rilancio dell’economia dei nostri Paesi, facendo leva anche sui fondi europei che il Recovery Plan metterà a disposizione. Per quanto riguarda l’Ambasciata e la rete diplomatico consolare italiana in Spagna, il mio obiettivo è quello di essere sempre più vicino agli italiani che risiedono o vivono temporaneamente in Spagna e a tutti gli spagnoli che sono interessati all’Italia. Oltre alla sede a Tenerife di cui abbiamo già parlato, c’è in cantiere il trasferimento del Consolato Generale di Barcellona in locali più moderni e funzionali e un ambizioso progetto – di più lungo termine – di ristrutturazione degli uffici della Cancelleria Consolare di Madrid: si tratta certamente di programmi ambiziosi ma su cui siamo impegnati a fondo perché riteniamo che miglioreranno sensibilmente l’offerta di servizi a favore dei nostri connazionali, che lo meritano pienamente.
Ambasciatore, un Suo messaggio di auguri per tutti noi italiani. Grazie.
Il mio augurio più affettuoso per i connazionali residenti in Spagna è quello di ripartire al meglio, dopo un anno difficilissimo che ha messo tutti noi a dura prova, e che ciascuno possa riprendere al 100% la propria attività: tutti insieme ce la faremo, ne sono convinto!