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Il Presidente Gianni Garbati: tanti Sardi in Spagna

Il Circolo Sardo Ichnusa

Il suo Circolo Ichnusa porta la Sardegna, i suoi usi e la sua cultura

Intervista di Paola Pacifici

Presidente, il Circolo sardo Ichnusa in Spagna quando nasce e perché?

L’associazione si forma grazie a un gruppo di 11 sardi nel 2003 con l’idea di creare un punto d’incontro per e con i sardi, estendendolo ovviamente sia al resto dei penisolani italiani che degli spagnoli, e nel 2004 viene ufficialmente riconosciuta dallo Stato Spagnolo. A questo và aggiunto l’aiuto da parte di Raffaele Melis, presidente allora dell’associazione dei sardi di Barcelona, creando una sinergia per aiutare la neo nata associazione a fare i primi passi..

Quanti sardi, che tipologia dei tuoi concittadini ed in che regione sono più presenti?

Attualmente abbiamo un centinaio di soci iscritti  più altri 50 sardi residenti sia a Madrid che in altre regioni limitrofe. In generale la provenienza è varia, và dal nord al sud dell’Isola e le età altrettanto variegate, si và dai più giovani diciottenni , ventenni, trentenni e a salire. Con in passare degli anni i trentenni adesso sono quasi diventati pensionati percorrendo una parte della loro vita in questo Paese che ci ha accolti.

Che differenze fra la cultura sarda e spagnola, cioè fra una isola ed una penisola?

Beh, la Sardegna storicamente ha fatto parte per 400 anni della Corona Aragonese e poi spagnola per cui sia nelle tradizioni che nella lingua sarda abbiamo influenze iberiche, per non parlare poi della particolare storia di Alghero, un caposaldo catalano che ancora oggi và fiera del legame con la terra e la cultura della vicina terra. Un sardo può capire certe parole in spagnolo come può avvenire viceversa, ma difficilmente potrà esistere un dialogo normale per l’enorme differenza tra le due lingue.

Voi rappresentate anche le giovani ed i giovani sardi che studiano e lavorano in Spagna. Cosa non debbono mai dimenticare della loro terra?

Il sardo che arriva qui a Madrid molte volte pensa di passare un certo tempo per lavorare e vivere l’esperienza per poi ritornare nell’Isola, ma con il tempo poi si adatta e magari incomincia a costruire il proprio futuro rendendosi conto che, purtroppo, le condizioni per potere tornare a vivere lavorando in Sardegna, non sono cambiate. E questo, come dicevo, con il passare del tempo fa sì che il legame resti forte comunque, con la speranza che le cose cambino in meglio.

La bandiera sarda è molto particolare , rappresentano quattro teste di moro, che significato?

Non finiscono i dibattiti sulla storia e provenienza dell’effige dei quattro mori nella bandiera della Sardegna.  Ancora oggi, e penso anche nel futuro, non si avrà mai un punto finale, questo perché tanti sono gli studiosi e appassionati che cercano le tracce per arrivare alla nascita del simbolo tanto caro ai sardi.  Se si visita il Palazzo dell’Alfajeria a Saragozza, nella Galleria con i quadri dei re aragonesi, nelle effigi regali appaiono gli scudi regali con le quattro teste con la benda intorno alla testa con lo sfondo della croce di San Gregorio.  Li stesso esistono bassorilievi con l’effigie dei quattro mori incoronati, e questo fa pensare che sia la rappresentazione delle teste mozzate degli ultimi arabi che furono sconfitti nella battaglia di Alcoraz, nel 1096, in Aragona.

La Sardegna e l’Europa?

Purtroppo l’isola ancora oggi soffre la distanza dalla cosiddetta “terra ferma”, troppe le difficoltà per uscire ed entrare in Sardegna, sia via mare che via aerea. Noi che viviamo in Spagna sappiamo e constatiamo che i residenti nelle isole canarie e baleari come in Ceuta e Melilla hanno un trattamento tariffario con uno sconto del 75% su qualsiasi biglietto venga emesso, disponendo altresì in grande quantità di vettori aerei che fanno sì oltretutto che in qualsiasi periodo dell’anno l’afflusso turistico porti un benessere e lavoro ai residenti.  E questo rapporto di facilitazioni non esiste in Sardegna se non con periodici aiuti che però non sono mai a livello spagnolo.  Tante le promesse di nuovi e migliori collegamenti sia navali che aerei con il resto della penisola e l’Europa ed aggiungo, nuove promesse anche per il miglioramento all’interno dell’isola sia delle strade che delle linee dei treni. Insomma, se con il resto della nazione italiana la situazione e`questa ed è tragica.  Con il resto d’Europa la situazione migliora giusto d’estate quando si riattiva il flusso turistico aumentando le rotte di compagnie aeree che permettono anche ai sardi di viaggiare con costi molte volte più economici che viaggiando nella Penisola italiana.

Presidente arrivi in Spagna, a Madrid da Cagliari, quando e perché?

Veramente arrivo a Madrid da Roma, mi spiego, avevo un tarlo nella testa che mi perseguitava, volevo ed avevo necessità di conoscere un’altra cultura, un’altra lingua, questo era per necessario e fondamentale per continuare le mie personali esperienze. E giusto da Roma, tra un film e l’altro come scenografo, e grazie alle nuove rotte ed economiche rotte aeree, preannuncio dello sviluppo del nuovo tipo di turismo di massa, approfittai per fare due fine settimana, uno a Barcelona e l’altro a Madrid. Beh, a Madrid fù un amore a prima vista, la capitale spagnola mi rapì con la sua vita, la sua libertà e la sua allegria, facendo coincidere i miei progetti, spingendomi a fare il passo per trasferirmi nella città che mi accolse e dove qui vivo da più di 24 anni.

Sei uno scenografo sia in Italia che in Spagna. Tanti lavori in diversi campi: opera, lirica, cinema, teatro, musical, televisione e anche hai tenuto corsi di scenografia…. Quale di questi settori ti è più congeniale e quale la differenza fra i gusti scenografici italiani e spagnoli?

Il teatro e il cinema per me rimangono le due forme più belle di lavorare nel campo dello spettacolo.  Si crea e si gioca con la magia dei colori, delle luci, degli oggetti, delle scenografie che fanno si`che chi lavora in questi ambienti viva anche con la creatività che poi coinvolge la passione.  Due settori dello spettacolo che fanno si che ci si sente e si vive un po` da nomadi, e questo stimola e fa conoscere anche molte realtà.  Altrettanta passione l’ho ritrovata negli anni viaggiando in Equador, in occasione di alcuni Corsi di scenografia organizzati dall’Università di Quito. Nelle aule dell’Università rodeato da studenti affamati per conoscere le tecniche dell’antica pittura scenografica, un’arte che, purtroppo, và scomparendo, ho avuto il grande piacere di far conoscere i segreti tramandatemi da bravissimi maestri scenografi. Per parlare della Spagna apprezzo molto le produzioni che vengono realizzate in questa terra che vanta tanti grandi artisti e grandi professionisti che non hanno nulla da invidiare ai colleghi italiani, anche se, per la verità, ancora oggi, quando dici che sei italiano, noti un senso di rispetto per la cultura che rappresentiamo.

Quanta Sardegna c’è nella tua vita e cosa ti manca di Cagliari?

Beh, ogni giorno seguo, sopratutto attraverso i social, sia quello che avviene in Sardegna che nella penisola italiana e spagnola.  Va`aggiunto che, grazie ai tanti contatti, attraverso la stessa associazione sarda e tutte le amicizie spagnole, non esista una barriera mentale che limiti il mio spazio e faccia sì che possa sentire la mancanza e i ricordi dell’Isola. Stò bene dovunque io vada, non pongo limiti o frontiere ai luoghi, e mi affascinano le differenze linguistiche come culturali che il nostro Pianeta ci offre. Ovvio che rientrando a Cagliari avrei piacere di tornare nei luoghi a me cari, ma questo passa anche quando torno a Roma, per esempio, dove ho vissuto un’altra parte importante della mia vita, come poi succede dovunque io sia stato a lavorare…Parigi, Milano, Bilbao, Barcelona, Brisbain, Sidnay, Quito… ecc… ecc…

Manda un messaggio in sardo ai tuoi concittadini che lavorano e vivono in Spagna

Unu caru saludu a totu sos sardos chi bivides in Ispagna, de sos assotzios sardos de Barcelona, Madrid, Valencia e Zaragoza.

Alcune delle manifestazioni organizzate dal Circolo Sardo Ichnusa

Alcune foto degli eventi organizzati dal Circolo Sardo Ichnusa