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Cristobal Beltran: “don de gente”

Uno spagnolo con tanti lavori e tante passioni

Intervista di Paola Pacifici

Cristobal nel tuo cv sono molte le esperienze di lavoro?

Si, ho cominciato da studente quando pitturavo quadri di paesaggi per incarico nel magazzino del negozio di mio padre, dove lavoravo servendo i clienti. Questa esperienza mi fu molto utile, perché durante il mio lungo tragitto di animatore turistico lavorai anche in una fabbrica di formaggi nell’amministrazione, nel ricevimento e anche dove si lavorava il formaggio. Poi in un grande supermercato mi occupai di amministrazione e questo mi ha permesso di dedicarmi in seguito al settore alberghiero. Poi, grazie alle mie conoscenze del disegno e della pittura cominciai a lavorare in un laboratorio di decorazione di una catena di alberghi, confezionavo gli sfondi degli scenari e tutti tipi di attrezzi per le feste, per le notti tematiche, per gli show…, che poi in seguito venivano utilizzati dai gruppi di animazione degli alberghi. Questo mi portò a conoscere molto bene il settore dell’animazione, che in realtà era quello che mi piaceva di più e piano piano mi convertiì in un animatore turistico e, fu così il mio periodo lavorativo più lungo. Il mio lavoro mi portò poi al settore della fatturazione dei ristoranti senza mai lasciare l’animazione che mi portò al mio ultimo lavoro al ricevimento di appartamenti turistici.

Quale di tutto questo ti piace di più?

La pittura è qualcosa che mi è sempre piaciuta, fin da piccolo e ho sempre continuato a realizzare per tutta la vita, però è vero che non sono molto costante e inoltre è molto difficile vivere di questo. Quindi devo dire “sempre di più” che la mia passione è l’animazione, il contatto diario con il cliente mi entusiasma e quindi le relazioni pubbliche sono la mia passione anche se non è un lavoro facile.

Chi è e come è un animatore turistico?

L’animatore turistico è la persona che è responsabile di organizzare e realizzare le attività sportive, ricreative e socio culturali nelle installazioni turistiche. Deve essere una persona con “qualità speciali”, capace di lavorare in gruppo, avere l’abilità per lo sport, conoscere la musica ed il ballo, essere un comunicatore e capace di motivare i clienti di tutte le età e nazionalità alla partecipazione, pertanto è molto importante sapere le lingue, avere una buona conoscenza culturale, però soprattutto essere una persona amabile, cordiale e rispettosa.

Nell’organizzare programmi di animazione, di attività sportive, infantili e della terza età, considerando tutto questo c’è qualcosa però che hanno in comune?

Dipende dalle età e dai programmi, tutti hanno la stessa funzione che è quella di intrattenere il cliente nel tempo libero, che si conoscono durante le attività e che si trovino bene durante la loro permanenza perché una volta terminate le vacanze abbiano la voglia di tornarci. Fra i gruppi di età ce ne è uno molto importante e gli va data molta attenzione, quello infantile: normalmente si riuniscono i bambini di 5/10 anni per fare le attività nel mini club. La cosa più importante è sempre quella di avere un “bambino” contento perché significa “un padre contento”.

Quindi se la tua passione sono le relazioni pubbliche, tu hai quello che si dice “don de gente”, cos’è?

Questa è una buona domanda alla quale dovrebbero rispondere i clienti coi quali ho lavorato, e non è possibile farlo con “molta umiltà”. Una persona con “don de gente” non lo fa per il suo aspetto fisico ma per il modo di relazionarsi con gli altri, e non credo neanche che abbia a che fare con l’età. Sempre si può fare in modo che la vita sia più gradevole agli altri. In generale, credo che soprattutto bisogna essere una persona rispettosa, cordiale e che può relazionarsi con altri in qualsiasi momento portando il suo modo di conversare su qualsiasi tema.

Come è cambiato il modo di divertirsi, cosa vuole oggi la gente per “pasarlo bien”?

Si è cambiato totalmente, in gran parte anche per i tantissimi concorsi in televisione, tutto è già visto. Prima si poteva fare una festa con un’elezione di Miss simpatia, di Mister fantastico o un concorso di coppia ideale, si avevano tantissimi concorrenti, oggi è praticamente impossibile. Un’altra considerazione del cambio è la tecnologia, quando non c’erano telefoni mobili si potevano fare quiz molto interessanti tra il pubblico con domande difficili come per esempio “qual è la capitale d’Australia?” cosa che non tutto il mondo sapeva però oggi basta dare uno sguardo al mobile e hai la risposta.  Anche per i bambini ci sono molti cambi, una volta si poteva fare il gioco della gimkana oggi la maggior parte vuole la console. Bisogna riconoscere che oggi la sicurezza è maggiore, possiamo contare su un numero di telefono dove i padri possono essere contattati per qualsiasi problema. Quindi oggi è tutto meglio, però devo confessare che a me gustava di più la forma e il modo che avevano i clienti anticamente.

Nel tuo lavoro al ricevimento chi erano i tuoi clienti più difficili? Hai incontrato molti personaggi famosi, quale era il più simpatico?

In qualsiasi hotel la persona addetta al ricevimento è quella che incontra il cliente alla prima impressione e quindi è un lavoro molto complicato, a volte devi essere anche un po’ psicologo cioè capire il cliente e dargli quello che vuole. Senza dubbio il cliente più difficile è quello che giorno dopo giorno si lamenta a volte anche per cose incoerenti, però è una sfida quella di poterlo accontentare. Il miglior cliente è quello che lo vedi il primo giorno del check in e lo rivedi al check out, questo significa che tutto è andato bene. Però questi sono in minoranza. Durante il mio lavoro all’hotel Zahara de Los Atunes che era un perfetto angolo per il rifugio di alcuni personaggi famosi, ebbi l’opportunità di conoscere alcuni di loro, molti famosi calciatori, attori, cantanti e comici. Se devo scegliere il più simpatico è Millan Salcedo componente del duo comico “Martes y Trece”. Per la sua simpatia e umiltà il malagueno Antonio Banderas, grande attore e “mejor persona”.

Altro hobby è la pittura: cosa dipingi, qual è la tua tecnica, che cosa ti ispira di più?

Il disegno e la pittura hanno sempre fatto parte di tutta la mia vita e anche parte del mio lavoro. A 10 anni vinsi il premio per il concorso organizzato da Direccion General de Tràfico. Poi durante il mio periodo scolastico nell’ufficio del direttore del mio collegio c’erano due quadri, uno dell’antico capo dello stato spagnolo e uno del nuovo, però quest’ultimo era pitturato da me. Negli anni ebbi la possibilità di esporre i miei quadri in mostre collettive. Ho pitturato di tutto, da l’altar di una capilla a cartelli pubblicitari per la strada. Però lo stile che più mi piace è il surrealista e quindi le opere dell’artista Salvador Dalì mi hanno sempre attirato. In quanto alla tecnica uso lapiz, carboncino, la china, l’acquerello, la cera, il pastello, l’olio, l’acrilico, il rotring. Però c’è una tecnica che ultimamente utilizzo e che ho scoperto per casualità quando mi si è rovesciata una bottiglia di solvente su una rivista in un laboratorio dove lavoravo, nel riprenderla vidi che l’ultima pagina si era attaccata nel tavolo e quindi partendo da qui feci la composizione del resto della rivista, cioè trasferiva la pagina con l’aiuto del solvente e poi con la tecnica del rotring gli dava la forma di un frutto di mia immaginazione. Se devo scegliere quello che mi ispira sono gli alberi, forse per le forme tanto differenti che assumono il trono ed i rami.

Parliamo della pesca, che cos’è per te? Qual è la migliore spiaggia per pescare?

Per  me andare a pesca è un momento di relax, è una lotta fra i pesci che stanno dall’altro lato e io intento ad ingannarli perché abbocchino così da poterli catturare. Durante questi momenti mi dimentico di tutto e solo penso ad avere una pesca abbondante. Da quando mio padre mi insegnò, ero un bambino e pescavo nell’acqua dolce come i ruscelli, i pantani, e da quando vivo nella costa pesco in acqua salata e quindi mi sono adattato a tutte le varietà e alle differenti tecniche. Il modo che più mi piace è quello che sto utilizzando attualmente, ed è la pesca chiamata “spinning”, è una pesca con ami artificiali ai quali devi dare un movimento adeguato per ingannare i pesci. La miglior spiaggia per pescare direi che è quella che tiene meno quantità di pesci, così la sfida è molto più grande. Per praticare la pesca sportiva devi essere rispettoso verso l’ambiente e lasciare i luoghi dove peschi uguali a come li hai trovati. Il contatto con la laguna è fantastico, però dobbiamo curarla per quelli che verranno dopo.

Però Cristobal la tua vita non è solo questo, c’è anche il teatro, che personaggi hai interpretato? Quali ti piace interpretare? C’è ancora qualcosa che ti piacerebbe essere?

Nella mia breve relazione con il teatro ho interpretato il ruolo di responsabile del ricevimento di un hotel,  dove per differenti circostanze rimasero chiusi alcuni politici corrotti. Oltre a questo ruolo che rappresentava un po’ una parte della mia vita, mi piacerebbe recitare nell’opera “Doce Hombres sin Piedad”. Un componente della giuria che durante una decisione unanime di colpevolezza vota “no culpable”, sollevando il dubbio ragionevole nel resto dei giurati, che per la razza e l’origine dell’accusato avevano già deciso il verdetto di colpevolezza. Questo ruolo è molto interessante, e a me sempre mi troveranno difronte alle ingiustizie. Su quello che mi piacerebbe essere, beh… credo un milionario per vedere quello che si sente, non è uno scherzo, ma una mia deviazione professionale che è il senso dell’umorismo. In realtà mi piacerebbe essere il protagonista di un’importante esposizione di pittura, cioè i miei quadri ad essere esposti. Però non è mai tardi per compiere un sogno, serve solo dedicarcisi. Speriamo che in migliori circostanze di quelle che stiamo attraversando possano farci tornare alla normalità, anche se questo termine oggi purtroppo si vede in poche cose.